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I MOG sportivi e il Safeguarding: questi sconosciuti


MOG CDS


A cura di Francesco Stasio


Le riflessioni di un non esperto, ma appassionato di sport e praticante da più di mezzo secolo.

 

Qualche anno fa, agli inizi dell’attuazione della Riforma dello Sport, non si percepiva ancora l’importanza di alcune sue normative innovative che sarebbero state introdotte quali i Modelli Organizzativi Gestionali e il Safeguarding.


Avendo conosciuto un po’ gli effetti della legge 231\01 e dei suoi aggiornamenti nelle aziende, ove ho prestato la mia attività lavorativa, gestendone parte degli impatti, ho cercato di approfondirne la tipicità riferita allo sport e di comprenderne, da non esperto, gli importanti e delicati riflessi nell’organizzazione ed operatività delle società sportive dilettantistiche. Seppur abbia sempre sottolineato durante i miei vari interventi scritti in particolare sui social che ho fondato e nei convegni a cui ho assistito i loro potenziali, notevoli ed epocali impatti, fino a ieri, nel mondo sportivo dilettantistico si faceva fatica a comprenderne la rilevanza, forse anche perché travolti dalla necessità di dare immediatezza e concretezza alle nuove regole e adempimenti avviati con il Lavoro Sportivo, i nuovi Mansionari e la rielaborazione degli Statuti dei sodalizi.


Ora però, giustamente, molte Federazioni ed Enti di Promozione Sportiva, dietro anche l’esortazione di CONI e CIP, e non ultime le iniziative di associazioni private non sportive, se ne sta sviluppando l’ informazione e la formazione affinché’ coloro che vi dovranno operare sappiano quali adempimenti attuare e come comportarsi a partire dalla maggior tutela verso i minorenni che le disposizioni in argomento prevedono.


Non desidero entrare nei tecnicismi, lasciando ben volentieri la “parola” a chi ne sa più di me. Certamente per i sodalizi sportivi qualche maggiore onere, anche di tipo economico, lo comporteranno, ma vi assicuro saranno ben spesi. Lo sostengo perché parliamo di tutela dei ns figli che crescono in ambienti molto diversi dal passato, ove anche io come tutti voi, che avrete l’occasione di leggere queste due righe di un allenatore della FIP ancora genitore di una minorenne, siete cresciuti.


A prescindere da una facile retorica, lo sport, dopo la famiglia e la scuola, è concretamente l’ambiente ove le\i ragazze\i crescono, si confrontano agonisticamente in squadra e\o individualmente, si formano e si abituano alle regole ed oggi, ancora più di ieri, c'è necessità che queste vengano aggiornate e applicate per intercettare i nuovi potenziali eventi rischiosi e potenzialmente dannosi per la crescita, anche culturale, delle\dei ns ragazze\i che saranno il futuro di una Società, che si evolve continuamente proponendo “pericoli” che bisogna saper affrontare.


Non sempre l’esperienza e la competenza tecnica, acquisita nel tempo, anche attraverso corsi, aiuta a capire, gestire e superare i nuovi eventi potenzialmente pericolosi oltre che criminosi.


Per tali motivi e dopo aver letto un report “scioccante” sulla casistica degli abusi sessuali nello sport, da privato volontario dello sport e come fondatore di una chat che oggi annovera circa 300 qualificati operatori del settore provenienti da tutta Italia e nella quale vi sono anche esperti del diritto sportivo, ho organizzato, un call conference, grazie al supporto dei miei “chattisti” e all’apporto di alcuni di loro che si sono resi disponibili anche perché consci dell’importanza degli argomenti che andavamo a trattare, che ho intitolato “I MOG sportivi e il Safeguarding questi sconosciuti”.


Il confronto che ne è seguito, anche molto partecipato, è stato interessante, utile ed istruttivo, nella speranza che si possano sviluppare altri momenti similari per far crescere la consapevolezza che ciò che ci circonda necessita di un continuo presidio e che l’introduzione di nuovi meccanismi di tutela avvengano attraverso soluzioni morbide e coerenti con le varie tipologie e caratteristiche dei sodalizi sportivi, e con la giusta assistenza di chi poi avrà l’onere della verifica e “controllo” della loro applicazione.


Ritengo che l’obiettivo da raggiungere è che non rimangano atti formali ma rappresentino concrete azioni di prevenzione. Bisognerà esser capaci di rendere tali adempimenti snelli e meno burocratici affinché non costituiscano un vincolo (o un costo) ma bensì una concreta opportunità che possa tradursi per alcune realtà del settore anche in una valorizzazione delle migliori modalità’ (ossia più tutelanti) della disciplina sportiva proposta (quasi come se fosse una certificazione), alla luce della sempre più marcata e crescente competitività tra i sodalizi sportivi, che peraltro nel breve futuro potrà accentuarsi ancor di più per alcune discipline con l’ingresso del nuovo istituto del vincolo sportivo.


Mi rendo conto che non sarà facile per molte ASD\SSD che insistono in alcuni difficili territori metropolitani, ma spero e auspico, che siano proprio queste realtà ad esser maggiormente assistite dagli Organismi Preposti che, dalle prime note ufficiali che stanno pubblicando nei loro siti, si stanno organizzando per fornire adeguato supporto.


Il suggerimento e l’esortazione che un non esperto come il sottoscritto può fornire è che si inizi ad individuare il “responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni nell’attività sportiva”, avendo ancora un po’ di tempo a disposizione (1 luglio 2024), e poi  a formalizzarne la nomina attraverso gli organi societari preposti ( es. Consiglio Direttivo) e diffonderla attraverso social e bacheche della società sportiva. Per i MOG seguire quanto le proprie Federazioni, gli Enti Promozione Sportiva ed anche altre  associazioni di professionisti privati non prettamente sportive  stanno iniziando a realizzare in termini di convegni, webinar,  formazione ed informazione seguendole con attenzione.


Ma il vero consiglio, fornitomi peraltro da un professionista esperto della materia, che vi giro  è stato : “è meglio adottare inizialmente un MOG semplice, sintetico, chiaro e ben diffuso e conosciuto da tutti gli operatori della società sportiva e quindi concretamente applicato, piuttosto che un ‘MOG con i ricami’  ma che rimane lettera morta e tenuto in un cassetto” ricordandovi che col tempo potrà esser successivamente integrato e\o modificato.


E' evidente che l’argomento trattato, seppur nella sua iniziale e apparente complessità, ha una significativa rilevanza sociale e culturale per il mondo sportivo. Le normative che dovranno esser recepite per i principi e le finalità che vogliono  perseguire  oggi rappresentano punti  fondamentali per una sempre più corretta e tutelata  partecipazione di tutti i minorenni, e non  solo loro,  allo sport,  parte dei quali recentemente contemplati anche nella nostra Carta Costituzionale.


Questa a mio avviso sarà una vera sfida che lo Sport dovrà e saprà affrontare.

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