Il POS per Associazioni Sportive e gli Enti del Terzo Settore? Un'incertezza tipicamente italiana in una lagislazione per il non profit (e non solo) in cui di certo non c'è mai paticamente nulla.
Un tempo potevamo usare i contanti e pagare ciò che acquistavamo: pane, burro, generi di prima necessità ma anche il nostro corso di tennis o quello di minibasket per i nostri figli.
Si andava in palestra, si parlava con il Presidente, che raccoglieva anche la quota, e i nostri figli si allenavano divertendosi allegramente.
Ma i tempi sono cambiati e, nel bene o nel male, si sono evoluti comportando uno sforzo da parte di tutti noi per adeguarci. Parlare di adattamento "fluido" è semplicemente raffigurare la realtà che ci circonda.
Da domani in palestra potremo ancora pagare in contanti, pratica sempre più da considerarsi eretica perché presuppone chissà quali loschi traffici reconditi nonostante si rimanga nei limiti imposti, oppure chiedere di pagare con carta di credito o bancomat, con il conseguente obbligo in capo alle Associazioni di dotarsi di un pos (dal sempre più invasivo inglese Point of sale, lett. "punto di vendita") costretti, oltretutto, a sopportare non indifferenti spese anche per commissioni bancarie.
Esulando dalle grandi realtà dello sport o del terzo settore, le piccole realtà di provincia, le piccolissime realtà di paese e, in generale, tutte quelle che si prodigano per offrire attività sportiva a 30 vecchietti al mese o vogliono far gareggiare una cinquantina di bambini, e sappiamo che ce ne sono tantissime, dal 30 GIUGNO si potranno sentir dire “pago con il bancomat”.
Pensando a un dialogo fra il Preisdente, o Consigliere di turno, e il genitore del piccolo Paolino ecco, più o meno, come ce lo siamo immaginati:
“ti pago con il bancomat”, la madre di Paolino al Presidente.
“non ho il pos perché non ho un giro cosi importante per giustificarlo”, replica il presidente smarrito "E anche se lo avessi, per una cifra così piccola, pagherei un sacco di commissioni".
“che tu ce l'abbia o meno non mi importa, devi accettarmi la carta, altrimenti ti faccio sanzionare con 30 euro fisse perché me lo stai rifiutando e in più il 4% dell’importo che stai rifiutando di accettare con il bancomat”, redarguìsce la giustiziera della notte.
“dai non fare così, per questa volta ... su, me li porti domani, non sarebbe giusto addossarci questi costi ... pagherebbero tutti i soci...“ il presidente nel disperato tentativo di salvare in corner la situazione.
“si che è giusto perché lo dice la legge e la legge non ammette ignoranza e tu hai l'obbligo di adeguarti“e la madre del piccolo Poolino, sbattendo la porta, se ne va ...
Interi plotoni di mamme inferocite fuori dalle palestre, quelle che parlano e sanno perfettamente come gestire il tutto, potrebbero già essere pronte a fare crocifiggere il povero presidente di provincia reo di non avere voluto mettere il pos perché, si sa, “l’ho letto su internet”, è una frase largamente utilizzata nel nostro paese.
Per cui se siete un'Ente Associativo (sportivo e non) dotatevi di Pos perché dal 30 Giugno dovrete essere in grado di accettare i pagamenti anche con carte di credito o debito (Art. 18 Decreto PNRR 2 e Art. 15 D.L. 179/2012).
Cosa si rischia in conclusione se mi rifiuto di accettare il pagamento (ancorchè abbia in bella vista un nuovissimo e tecnologicissimo pos)?
- Sanzione di Euro 30 per ogni transazione rifiutata
- Oltre il 4% del valore della transazione rifiutata
Parlando di Enti Associativi, l'obbligo vale per tutti ?
Se fossimo in un Paese dalla legislazione semplice la risposta sarebbe si o no. Ma essendo una disposizione che arriva da lontano, dopo svariati rinvii e modifiche e che deve tener conto di tutta una serie di condizioni imposte anche a livello Europeo, la risposta è (ahinoi ancora una volta) NI, creando e ingenerando confusione.
In linea generale si parla di obbligo di accettare i pagamenti con carta (di credito o debito) sia che si tratti di vendita che di prestazione di servizi. Tradotto in associatese sia che si debba pagare la quota d'iscrizione o il corrispettivo per un corso. Rimarrebbero escluse solamente quelle prestazioni (di vendita o raccolta) saltuarie e da parte di soggetti privi di una qualsivoglia (anche minima) organizzazione. Quindi, in pratica, solo e se ci limitassimo a raccogliere dei fondi oppure a ricevere delle liberalità.
Ma, come sappiamo, le Associazioni Sportive Dilettantistiche, anche solo per potersi definire tali, devono svolgere attività sportiva, didattica e formativa dandone prova per la permanenza a Registro. Pertanto è evidente che non solo vi sia alla base una - seppur minima - organizzazione ma, soprattutto, una contiuità nell'offerta associativa ... ed ecco, che allora, anche se si parlasse di una quota minima, la mamma del nostro Paolino, avrebbe tutto il diritto di pagare con il bancomat (o la carta di credito).
Per gli ETS valga il medesimo discorso se fornite prestazioni (ad. es corsi) e, a maggior ragione, se svolgete attività diverse (art. 6 D.lgs 117/2017) nei confronti anche di terzi. Nel dubbio ... in conclusione, installatelo!
E, sempre nel dubbio, premunitevi di procedere con una delibera del Consiglio Direttivo dopo il vaglio delle offerte economiche sul mercato, ovvero, di quelle dell'Istituto Bancario dove l'Associazione ha acceso il conto corrente. Il tutto, ovviamente, condito dagli inconvenienti tecnici di chi non ha una connessione o una linea adeguata per la trasmissione dei dati ... poiché, come dice la normativa, l'esimente di non aver istallato il pos, o meglio, di non aver potuto accettare il pagamento, potrà essere invocato solo e se in caso di oggettica impossibilità tecnica (ad es. assenza temporanea energia elettrica, mancanza connessione etc.).
Il consiglio è sempre comuqnue quello di affidarVi al Vostro Consulente di fiducia, parlarne con il Diriettivo e, non ultimo, rivedere il preventivo alla luce dei nuovi costi da affrontare.
[n.d.r. Come da Italica tradizione il POS era in realtà obbligatorio sin dal lontano 2014 ma non erano mai state disciplinate le sanzioni per l'omessa accettazione ... ]
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