Certificazione delle competenze e nuovi regimi fiscali: le novità per il terzo settore
- Redazione
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A cura di Paolo Rendina - Avvocato
Terzo Settore in fermento con tante novità annunciate, a pochi giorni l'una dall'altra, dal Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci. La prima novità , anche se per certi aspetti la più prevedibile, è quella relativa al regime fiscale per il Terzo Settore. E' dello sCorso 12 giugno l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto presentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che recepisce la Comfort Letter (1) della Commissione Competition dell’Unione Europea. Infatti già nel mese di marzo il MInistero annunciava l'entrata in vigore dal 1 gennaio 2026 del regime fiscale ad hoc per il terzo settore (Capo IV - Titolo X del D.lgs 117/2017) a seguito della Confort Letter per il Terzo settore PN Caso SA. 63927. inviata dalla DG Competition della UE al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
In pratica, dunque, per dare seguito alla comfort letter notificata dalla Direzione generale della Concorrenza (COMP) della Commissione europea, in cui si è affermato che le misure fiscali del Terzo Settore e per le imprese sociali non sono selettive (ai fini degli aiuti di Stato), è stato rimosso il riferimento all’autorizzazione da parte della Commissione dando così definitivamente il via libera al nuovo regime dal 1 gennaio 2026.
Il provvedimento governativo è stato pubblicato in G.U. n. 138 del 17 giugno 2025 (Decreto-Legge 17 giugno 2025, n. 84: Disposizioni urgenti in materia fiscale) il cui Articolo 8 per l'appunto recita: Art. 8
Decorrenza delle disposizioni fiscali del Terzo settore
1. Al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 101, comma 10, le parole: «di cui agli articoli 77, 79, comma 2-bis, 80 e 86» sono sostituite dalle seguenti: «di cui all'articolo 77»;
b) all'articolo 104, comma 2, le parole: «all'autorizzazione della Commissione europea di cui all'articolo 101, comma 10, e, comunque, non prima del periodo di imposta successivo di operativita' del predetto Registro» sono sostituite dalle seguenti: «a quello in corso al 31 dicembre 2025».
Altra novità , attesa da ben 8 anni, è quella relativa alla certificazione delle competenze dei volontari.
Anche in questo caso stiamo parlando di un provvedimento lungamente atteso e licenziato grazie all'intervento governativo lo scorso 19 Giugno a seguito dell'intesa sancita, ai sensi dell’articolo 19, comma 2, del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, sullo schema di decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’istruzione e del merito, il Ministro dell’università e della ricerca e il Ministro per la pubblica amministrazione, recante la definizione dei criteri per il riconoscimento in ambito scolastico e lavorativo delle competenze acquisite nello svolgimento di attività o percorsi di volontariato. (clicca qui per il repertorio n.90/CSR). Come funziona la certificazione delle competenze nel volontariato
Il decreto stabilisce le modalità per l’individuazione, la validazione e la certificazione delle competenze acquisite in contesti non formali e informali. Questo consente ai cittadini di avvicinarsi al mondo del volontariato non solo con spirito di solidarietà , ma anche con la possibilità di valorizzare tale impegno in ambiti diversi, come il lavoro o il percorso di studi.
Chi svolge attività di volontariato per almeno 60 ore all’anno può accedere al processo di certificazione, ottenendo un attestato che documenta le competenze maturate e che risulta spendibile anche nei concorsi pubblici.
Questa misura si affianca alla riserva del 15% dei posti nei concorsi pubblici destinata a coloro che abbiano completato con successo il percorso di operatori volontari del Servizio Civile Universale.
Anche le università possono riconoscere crediti formativi universitari (CFU) per attività svolte presso organizzazioni di volontariato (OdV) o enti del Terzo Settore (ETS). La gestione e l’attuazione del sistema di certificazione sono affidate a soggetti accreditati, come associazioni professionali, enti di formazione riconosciuti e Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), che operano in coordinamento con il Ministero del Lavoro per garantire l’adozione di standard uniformi su tutto il territorio nazionale.
Il Decreto Legislativo 13 del 16 gennaio 2013 e le definizioni.
E' il decreto che definisce le norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, a norma dell'articolo 4, commi 58 e 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92.
All'art. 2 troviamo le definizioni utili a comprendere il sistema delle competenze e dell'apprendimento.
Nello specifico per «competenza» si intende la comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di studio o nello sviluppo professionale e personale, un insieme strutturato di conoscenze e di abilità acquisite nei contesti di apprendimento formale, non formale o informale.
Apprendimento che, pertanto, si può così sinteticamente difinire:
«apprendimento permanente»: qualsiasi attività intrapresa dalla persona in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva di crescita personale, civica, sociale e occupazionale;
«apprendimento formale»: apprendimento che si attua nel sistema di istruzione e formazione e nelle università e istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica o diploma professionale, conseguiti anche in apprendistato, o di una certificazione riconosciuta, nel rispetto della legislazione vigente in materia di ordinamenti scolastici e universitari;
«apprendimento non formale»: apprendimento caratterizzato da una scelta intenzionale della persona, che si realizza al di fuori dei sistemi indicati alla lettera b), in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi, anche del volontariato, del servizio civile nazionale e del privato sociale e nelle imprese;
«apprendimento informale»: apprendimento che, anche a prescindere da una scelta intenzionale, si realizza nello svolgimento, da parte di ogni persona, di attività nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo, nell'ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero;
La certificazione delle competenze è regolata altresì da diversi decreti ministeriali che definiscono procedure, modelli e standard per la valutazione e il riconoscimento delle competenze acquisite in diversi contesti, inclusi scuola, lavoro e apprendimento informale. Il decreto ministeriale n. 742 del 3 ottobre 2017, ad esempio, riguarda la certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione, mentre il decreto ministeriale n. 14 del 30 gennaio 2024 raccorda i modelli di certificazione delle competenze rilasciati dal sistema educativo di istruzione e formazione nazionale. Altri decreti, come il decreto ministeriale 267 del 24 agosto 2021, riguardano specifici settori, come l'istruzione professionale.Â
Decreto Ministeriale n. 742 del 3 ottobre 2017:
Definisce le finalità e le modalità per la certificazione delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione, con modelli specifici per la scuola primaria e secondaria di primo grado.Â
Decreto Ministeriale n. 14 del 30 gennaio 2024:
Raccorda i modelli di certificazione delle competenze del sistema educativo, in attuazione della riforma dell'orientamento, prevedendo anche la possibilità di rilascio della certificazione al termine di ogni anno del secondo ciclo di istruzione, su richiesta.Â
Decreto Ministeriale 267 del 24 agosto 2021:
Adozione del certificato di competenze per i nuovi percorsi di istruzione professionale.Â
Decreto Ministeriale 9 luglio 2024:
Disciplina i servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze relative alle qualificazioni di titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in attuazione del D. Lgs. 13/2013 e del D.I. 5 gennaio 2021.Â
(1) Scarica la Confort Letter del 7 Marzo 2025