I simboli religiosi e lo sport
- Redazione
- 2 giorni fa
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Le riflessioni dell’avvocato Giorgio Sandulli
Presidente nazionale Consulenti dello sport e del terzo settore.
Il Presidente francese Macron afferma in maniera decisa che lui è “per la Carta Olimpica che vieta di portare ogni segno religioso durante le competizioni” (Qui il video dell'intervista).
Per giustificare la sua posizione volta a rendere le competizioni sportive uno spazio neutrale in cui "non ci sia spazio per simboli religiosi, qualunque essi siano" Macron richiama quindi la Carta olimpica.
E poi continua ribadendo più volte che per le competizioni si deve applicare la Carta olimpica, mentre per la pratica sportiva devono decidere le Federazioni sportive nazionali.
Macron, infine, richiama in maniera poco chiara la #parità di diritti uomo e donna e una non meglio precisata differenza tra sport svolto nelle infrastrutture e sport competitivo.
Queste dichiarazioni del Presidente Macron sul divieto di utilizzo del velo - hijab durante la pratica sportiva incideranno sul dibattito all’Assemblea generale, ove un progetto di legge in tal senso, approvato lo scorso febbraio al Senato da una maggioranza differente da quella di Governo, è fermo da alcuni mesi?
Il tema è complesso e suscita un dibattito legittimo e controverso.
Ma nascondersi oggi, dietro la Carta Olimpica, per sostenere una volontà politica di bandire il velo dallo sport rappresenta a mio avviso una menzogna: il CIO - Olympics unico responsabile della Carta Olimpica (Qui ) non vieta affatto il velo che infatti è legittimamente indossato nei GiochiOlimpici e Paralimpici oltre che nella quasi totalità delle manifestazioni sportive internazionali
Questo dibattito coinvolge principi fondamentali quali la tutela dei Diritt iUmani, della Non Discriminazione, della Libertà Religiosa e al contempo il valore della inclusione ma anche la legittima volontà di proteggere lo “spazio sportivo competitivo” da pratiche propagandistiche che rischino di segnare una distanza tra gli sportivi come anche la legittima paura di una radicalizzazione che possa inasprire ulteriormente conflitti sociali
Proprio per questa complessità non ritengo accettabile che ragioni e convincimenti siano sostenuti da argomentazioni infondate
P.S.
Di seguito, negli aggiornamenti che ho periodicamente aggiunto al mio post del 20 febbraio, uno spaccato dello stato dell'arte del dibattito in Francia
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