Inizia il 2024 e con esso riparte l’intera macchina amministrativa e burocratica legata al mondo sportivo.
Nel corso degli anni, a più riprese, si è sentita la necessità da parte di molti di focalizzare l’attenzione sulla necessità di una distinzione netta fra chi pratica sport e chi invece si occupa della parte dirigenziale di un settore che muove un Pil di sostanzioso interesse nell’intero paese.
Non di raro abbiamo ascoltato frasi del tipo: “di sport dovrebbero parlare solo gli atleti che hanno ottenuto risultati”, piuttosto che “tutti i dirigenti anziani che rovinano lo sport senza praticarlo”.
Abbiamo sentito queste frasi nel corso degli anni, quasi fosse impossibile capire che accanto ai grandi campioni servono anche i grandi dirigenti che con le loro idee, la loro strategia, il loro programma di sviluppo, riescono a permettere alle società di mantenere in piedi la propria struttura.
Non serve solo il grande campione e non serve solo il dirigente: è un connubio di necessità concomitanti, senza dimenticare mai tutte quelle persone che praticano sport a livelli non d’eccellenza, e lo possono fare in strutture idonee e sicure garantite proprio da quei dirigenti volenterosi e preparati.
Come sarà il 2024 per questo mondo?
È l’anno delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi, l’anno in cui si scaldano i cuori, si prendono le bandiere dal cassetto e si espongono sui balconi. Ogni 4 anni l’orgoglio nazionale si stringe intorno ai campioni e alle campionesse di sport e anche questa volta, come l’ultima a Tokyo, speriamo in un palmare d’eccezione sia per il CONI che per il Comitato Italiano Paralimpico.
E' anche l'anno dei campionati del mondo under 20 di atletica leggera e dei Giochi Olimpici Giovanili Invernali (YOG) di Gangwon. Come ha detto però il Presidente Giovanni Malagò in una recente intervista "Non esiste lo sport di vertice, punto. Esiste lo sport di base che ti porta a fare o a essere lo sport di vertice".
E allora, pensando a tutti gli atleti coinvolti, a noi viene spontaneo domandarci:
come sarà l’anno per i dirigenti? Per tutti coloro i quali non hanno nel loro vivaio campioni d’eccellenza ma tanti volenterosi piccoli atleti?
Per loro sarà difficile, esattamente come il 2023 o il 2022 e non certo nefasto e orribile come il 2020 o il 2021. Il problema è che la mente di molti si riporta al 2019, al 2018 e osando ancora un po’ di più al 1990 o 1995 quando:
non esisteva nessun tipo di burocrazia, o presunta tale, nel settore;
gli incassi avvenivano in contanti e si mettevano nella cassa dell’associazione;
nessuno chiedeva di sapere come si pagava il custode o la persona delle pulizie;
nessuno chiedeva certificati medici e il solo parlare di sicurezza degli impianti era eresia pura.
Ma è solo un elenco non esaustivo di quanto, oggi, pensiamo che all'epoca si stava meglio, e lo si stava un po’ tutti.
Non c’erano controlli e ricordo di un presidente di un certo spessore dirmi “Dottoressa, ma quali iscrizioni. All’epoca si prendevano i tesseramenti e li si metteva in uno scatolone. Se li saranno mangiati i topi nel frattempo”, e me lo ha detto con il sorriso beffardo di chi sapeva di dire qualcosa di inelegante ma di estremamente vero.
Solo cosi si faceva dello sport vero
Solo cosi lo sport è cresciuto
Conosco le obiezioni, tutte e non concordo sui ricordi melanconici del passato. Il passato ha sempre nella mente di ognuno di noi un velo di romanticismo ma se poi andiamo ad analizzare cosa il passato roseo ha realmente lasciato al nostro presente qualche dubbio ci viene.
Chissà perché i ricordi sono sempre cosi dolci: tutto andava bene, oggi va tutto male. Tutto era cosi perfetto; oggi è tutto cosi terribile.
Il mondo è cambiato, non solo sportivo. Gli ultimi 20 anni della nostra vita hanno subito una accelerata incredibile in termini di velocità, burocrazia, controlli.
Si stava meglio prima? Si sta meglio ora?
Quale sia la risposta giusta non spetta a me dirlo ma una riflessione vorrei farla in inizio di quest’anno: ho girato e giro tantissimo l’Italia e una cosa che accomuna molti territori è il degrado degli impianti.
Da nord a sud gli impianti sono spesso fatiscenti o in pessime condizioni. Si, ci sono eccellenze è innegabile, ma nella stragrande maggioranza dei casi si trova degrado e incuria e allora mi faccio una domanda, frutto di anni a sentirmi dire che “un tempo si stava meglio”.
Quando ci mette un impianto ad avere i cancelli ruggini? (usando un esempio semplice e senza entrate nello specifico).
Quando ci mette un impianto ad avere le stanze interne con i muri talmente sporchi e neri da essere stati imbiancati quando io andavo all’asilo?
Quanto tempo ci mette un impianto per avere erbaccia ovunque e non avere i giardini curati e puliti?
Perché il problema è questo: quando le cose andavano “meglio” e quel meglio è imputabile a mancati controlli e giro di contanti senza problemi, pochissime, pochissime, pochissime persone si sono occupate del futuro ma hanno semplicemente preso il presente e vissuto del presente.
Guardandomi oggi intorno a me pare, quindi, che siano mancati
Un piano strategico
La cura del bene comune
Due omissioni che hanno creato quei mostri che ora in molte città d’Italia rendono impossibile praticare sport perché non vi è più la possibilità economica di metterli a norma.
Perché si è giunti a tali degradi? Cosa si pensava esattamente quando non si aveva nessun tipo di cura perché tanto “poi dopo vedremo“?
La situazione attuale non è certo ottimale e, oggettivamente senza possibilità di smentita, la burocrazia ha raggiunto livelli tali da essere spesso soffocante, ma la realtà dei fatti, o perlomeno una rappresentazione della realtà, è che quando non esisteva la burocrazia invece di pensare al futuro ci siamo “mangiati il presente”, disinteressandoci completamente di un piano strategico generale.
Quindi auspichiamo per il 2024 la creazione di una presa di coscienza forte da parte di tutti noi: non è dicendo che in passato le cose andavano bene che si risolve il problema di una mancanza di strategia generale. Se in passato le cose fossero state cosi perfette i nostri impianti sarebbero impeccabili, le nostre piscine funzionanti, i nostri campi gara perfetti invece così non è.
Una riflessione su questo aspetto potrebbe essere fatta considerando che lo sport, anche se non appare agli occhi di chi non ha mai avuto adempimenti o burocrazia sulle proprie spalle, è un settore agevolato nel panorama Italiano più che in ogni altra parte dell'universo.
Si potrebbe agevolare di più? è il sogno di tutti noi ma non dimentichiamo che non è un settore a parte del mondo in cui viviamo ma ne è una oggettiva parte.
Buon 2024 a tutti.
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