Il passato bussa alla porta: la responsabilità (tributaria) del presidente
- Redazione

- 9 set
- Tempo di lettura: 4 min

A cura dell'Avv. Paolo Rendina e dell'Avv. Francesca Solinas
Abbiamo commentanto anche noi sui social il principio di diritto espresso dalla Cassazione sez. trib., con l' ordinanza del 30 giugno 2025, n.17576 con il quale è stato ribadito quanto importante sia per un neo-presidente "fare i conti" anche con il passato. O, meglio, con quanto fatto o non fatto dalla consigliatura precedente. Dopo una prima parte "tecnica", affidata all'Ufficio del Massimario, vi forniremo alcuni consigli pratici per il passaggio delle cariche, concldendo con alcuni suggerimenti che riteniamo possano ancora di più tutelare il legale rappresentante di un'associazione sportiva priva di personalità giuridica.
Cosa dice l'Uffcio del Massimario del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tribuataria: In ragione del principio di autonomia del diritto tributario rispetto a quello civile e della fonte legale dell’obbligazione tributaria, nell’ipotesi di avvicendamento nella carica sociale di un’associazione non riconosciuta, il rappresentante legale subentrante non può andare esente, a fini fiscali, da responsabilità solidale con l’associazione per le annualità di imposta anteriori all’assunzione della carica soltanto per la mancata ingerenza nella pregressa gestione dell’ente, in quanto è obbligato a redigere ed a presentare la dichiarazione dei redditi e ad operare, ove necessario, le rettifiche della stessa.
La Suprema Corte torna ad occuparsi della responsabilità per debiti tributari dei legali rappresentanti di associazioni non riconosciute. La pronuncia in esame si pone in linea di continuità con l’orientamento già in precedenza espresso, chiaramente indirizzato a definire in senso estensivo l’àmbito della responsabilità, personale e solidale, del legale rappresentante dell’associazione non riconosciuta subentrato nella carica con riferimento a
periodi d’imposta precedenti all’assunzione della stessa. Il fulcro del ragionamento del giudice della nomofilachia è rappresentato dalla autonomia del diritto tributario rispetto al diritto civile.
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