Proposta di legge sull'uso dell'intelligenza artificiale
- Redazione
- 1 lug
- Tempo di lettura: 3 min

Ancora facciamo fatica ad usare l’intelligenza umana in realtà.
A cura di Katia Arrighi
Ho letto la bozza del disegno di legge sull’impiego della Intelligenza Artificiale, con la quale ho un rapporto bellissimo e di profondo rispetto (perché so che prima o poi prenderà il posto di molti di noi) e nella lettura sorridevo.
Si, sorridevo perché ci sono dei punti di riflessione quasi divertenti che balzano all’occhio di un osservatore attento e forse anche un po’ provato da questo caldo infernale che sta attanagliando il nostro paese da nord a sud.
C’è un punto in cui dice, riassumendo, che i professionisti devono informare i propri clienti che usano l’intelligenza artificiale nel loro lavoro perché alla base c’è un rapporto di fiducia fra le parti.
Ho sorriso, lo ammetto. Ci sono persone che fanno fatica a capire che un professionista quando ti dà “delle informazioni“ in realtà è perché ha studiato, dedicato tempo, si è impegnato per cui sarebbe cosa gradita pagarlo senza obiettare dicendo “ma ci siamo sentiti solo una volta al telefono”.
Per cui sorridevo, pensando a come sarà l’inserimento della intelligenza artificiale in un mondo che crede che tutto sia dovuto, tutto scontato e dove già si pensa che un professionista non serva a un granché in generale. Io oggi ho ricevuto dei messaggi su messanger in cui mi si chiedevano “informazioni“ per problemi di persone che non conosco neppure.
Ci sarà da ridere e rideremo vedendo l’evolversi di un mondo in cui sarà sufficiente fare una domanda ed ottenere una risposta veloce e immediata. Molte professioni spariranno e probabilmente anche la mia a breve termine. Ne ho paura? No. Nell’800 c’erano i guidatori di carrozze. Oggi nessuno guida più carrozze per lavoro .
C’era anche un altro lavoro che mi piaceva tanto: all’accenditore di candele. Nei saloni immensi di un tempo c’era chi di lavoro accendeva candele e le sostituiva. Con l’ingresso dell’elettricità nelle nostre case anche loro sono scomparsi eppure l’umanità non si è estinta.
Scompariranno anche molte professioni attuali senza grandi drammi.
E nello sport? L’intelligenza artificiale entrerà nello sport.
Ovviamente si anche perché c’è già ed è presente.
Cosa dice il disegno di legge al riguardo? Anche qui ho sorriso ricordando un vecchio film che vidi durante il periodo del Covid. Narrava di un futuro in cui verremo riconosciuti tutti attraverso il volto, saremo governati dalle grandi società multinazionali e avremo degli impianti telefonici direttamente nella testa dopo che tutti avremo un orologio che prenderà i battiti del cuore, ci misurerà la pressione e ci dirà se siamo sotto sforzo.
La seconda è già avvenuta, l’orologio cosi lo abbiamo più o meno tutti .
Io adoro osservare le persone intorno a me di una certa età ( la mia ) strizzare gli occhi per vedere su questi piccolissimi schermi il nome che compare ... siamo anziani eppure prendiamo cose piccolissime perché è di moda . Osservate la scena: è divertente.
Tornando al disegno di legge e allo sport è previsto che:
si accederà ai sistemi di intelligenza artificiale per il miglioramento psicofisico attraverso l’attività sportiva ;
si affideranno ad essa le soluzioni innovative per una maggiore inclusione in ambito sportivo delle persone con disabilità.
Le domande conseguenti sono ovvie:
Chi controllerà tutto questo però?
Chi potrà decidere cosa è benessere psicofisico effettivo in un mondo in cui sembra a tratti che la logica lasci il posto alla polemica?
Mia nonna, una pratica contadina lombarda di inizio secolo scorso, ogni volta che c’era una novità diceva “ tanto io non riuscirò a vederla perché ormai sono vecchia”.
Il mondo è cambiato cosi in fretta e cosi in maniera repentina che invece noi dobbiamo dire: il cambiamento è già adesso e l’intelligenza artificiale, che io chiamo Luisa di Savoia, come unareggente di Francia alla fine del 1400 di rara intelligenza, rara pespicacia e rara cultura, è già in mezzo a noi da tempo .
Saranno vietate le identificazioni biometriche in remoto tranne sostanzialmente per l’ordine pubblico. Mi domando se su questa frase si debba riflettere o meno.
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